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Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Senza una cultura della cura non ci sarà una società pacifica e coesa.

martina
6 Gennaio 2021
Comunicati

«In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia». Un appello che papa Francesco ha lanciato nell’enciclica Fratelli tutti e ribadito nel Messaggio per la 54a Giornata Mondiale della Pace.

«In questo tempo nel quale la barca dell’umanità, scossa dalla tempesta della crisi, procede faticosamente in cerca di un orizzonte più calmo e sereno – dice il Papa nel Messaggio – il timone della dignità della persona umana e la “bussola” dei principi sociali fondamentali ci possono permettere di navigare con una rotta sicura e comune».

Il 2020 è stato segnato dal COVID-19 e ora è necessario l’impegno di tutti per rialzarsi ed uscire migliori da questa crisi. Serve quella che il Pontefice definisce cultura della cura, cioè un «impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca». Questa è la via privilegiata per la costruzione della pace.

Per porre fine ai conflitti che continuano a coinvolgere una settantina di Stati – tra cui Libia, Yemen, Birmania, Iraq, Siria, Pakistan, Nigeria, Africa subsahariana, Medio Oriente, Nagorno-Karabakh, Ucraina, Venezuela – e circa 900 tra milizie, guerriglieri, gruppi terroristici, separatisti, anarchici.

Ma anche per risolvere crisi tra loro fortemente connesse, come quella climatica, alimentare, economica e migratoria, che la pandemia ha aggravato, provocando lutti, sofferenze e disagi.

Si tratta di integrare vari aspetti, secondo un approccio olistico che guarda all’uomo in quanto tale. In questa prospettiva si incrocia il concetto di sviluppo umano integrale che implica un impegno “emancipativo”, teso cioè a favorire la promozione della dignità e dei diritti della persona, la cura del bene comune, la solidarietà, la cura e la salvaguardia del creato. La pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana deve ispirarsi ai valori più alti e condivisi, a partire da quello dell’inclusione e della partecipazione, fondamentali a livello metodologico per considerare gli altri come soggetti e non oggetti di ogni azione e iniziativa. Occorre innanzitutto rigettare la “cultura dello scarto” e avere cura delle persone e dei popoli che soffrono le più dolorose disuguaglianze, attraverso un’opera che sappia privilegiare con pazienza i processi solidali – che integrino e non escludano – rispetto all’egoismo spesso imperante degli interessi contingenti, sia su base individuale, sia collettiva.

Bisogna, al tempo stesso, di integrare pertanto la dimensione individuale e quella sociale, con un’attenzione alla dimensione economica e politica, valorizzando sempre più l’importanza della comunità, mediante il dispiegamento del principio di sussidiarietà, favorendo l’apporto di tutti come singoli e come gruppi, a partire dal basso.

È proprio l’originale proposta di ‘società della cura’ ad essere l’oggetto al centro del dibattito da una vasta ed eterogenea galassia di movimenti sociali, associazioni, attivisti che hanno in qualche modo profeticamente anticipato di pochi mesi il Messaggio di Papa Francesco, riconoscendo molte delle stesse priorità e degli stessi temi: la conversione ecologica della società; lavoro; reddito e welfare nella società della cura; la riappropriazione sociale dei beni comuni e dei servizi pubblici; la centralità dei territori e della democrazia di prossimità; pace, cooperazione, accoglienza e solidarietà; scienza, tecnologia e finanza al servizio della vita e dei diritti.

Sul sito della Campagna www.insiemepergliultimi.it, accanto a materiali di approfondimento e riflessione su questo tema, vengono proposti interventi nelle varie aree del mondo delle Caritas e dei soci FOCSIV.

La campagna si avvale della partnership di AgenSIR, Agenzia DIRE, L’Osservatore Romano, Avvenire, Famiglia Cristiana, FISC – Federazione Italiana Settimanali Cattolici, TV2000, Radio InBlu, Radio Vaticana, Vatican News, di Banca Etica come partner finanziario e della Pontificia Università Lateranense come partner accademico.

Per donare con bonifico o bollettino postale:

BONIFICO BANCARIO
intestato a: FOCSIV Campagna Focsiv-Caritas
IBAN IT87T0501803200000016949398

C/C POSTALE n° 47405006
intestato a: FOCSIV
Causale: FOCSIV-CARITAS ITALIANA – Insieme per gli ultimi

Oppure andando sul sito www.insiemepergliultimi.it

 

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Ufficio Stampa Caritas
Ferruccio Ferrante
Tel. 3485804275
comunicazione@caritas.it


Ufficio Stampa FOCSIV
Giulia Pigliucci
Tel. 3356157253
comunicazione.add@gmail.com

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