I gelsomini di Damasco continuano a fiorire, regalando speranza
Le parole risuonano intense come la testimonianza e la viva voce di Baquir, giovane di Damasco, la città dei gelsomini, fiore simbolo potente di questo luogo: Un fiore in continua fioritura, metafora che alimenta la speranza del popolo siriano.
“La nostra situazione, soprattutto dopo l’atroce guerra che abbiamo vissuto, è tragica. Questa non ha eguali in questo tempo, seppure tutte le guerre sono micidiali. Tanto sangue è scorso. Una guerra che ha spezzato il nostro Paese che viveva in pace, in autonomia. Ha danneggiato e devastato ogni pietra e anima, anche le piante e gli animali sono feriti. I suoi effetti disastrosi hanno coinvolto tutto e tutti: le persone, il mondo finanziario, sociale, educativo, pedagogico. Noi siriani, però, siamo un popolo stoico, capace di sopravvivere e soprattutto di risorgere. Nonostante gli anni passati tra i bombardamenti, vogliamo vivere, lo speriamo sempre. Anche se la crisi economica, che soffoca il popolo siriano, sta inglobando tutto e tutti, come un sacco senza via di scampo. Tutto questo per noi è deprecabile. I costi della vita crescono a dismisura: costi rendono il mio popolo inerme, privato di ogni ed ancora prima delle cose più semplici. Immaginate la miseria e la sofferenza delle famiglie siriane: i genitori non sono più in grado di provvedere anche alle cose più piccole necessarie per i propri bambini. Immaginate l’estrema carenza di medici, insegnanti, ingegneri fuggiti all’estero o, purtroppo, morti, in una società che ha l’estremo bisogno di andare avanti, di ricominciare. Non ci sono le élite dei diversi mestieri, non abbiamo più le eccellenze, non ci sono più intellettuali e professionisti impegnati. Come può una società come la nostra andare avanti? È evidente che questi limiti, conseguenti alla guerra, hanno provocato recessione, regressione, un deficit culturale, sociale ed economico in molte aree del nostro Paese.È terribile pensare alla guerra e alle sue disastrose conseguenze, tuttavia resistiamo e continuiamo a farlo. La nostra speranza è quella di risorgere presto e sentire forte l’odore dei gelsomini.”