La Speranza Viva di Aisha e Amal in un futuro di Pace
Aisha e Amal della pace non ricordano nulla. Figlie della Siria, hanno entrambe 15 anni, cresciute troppo in fretta da una guerra lunga oltre un decennio. Una guerra che giorno, dopo giorno come un verme ha mangiato le loro vite, divorando con metodo i diritti fondamentali dell’essere bambini: il diritto al gioco, al cibo, alla salute, all’educazione, ad avere una casa, ad avere una vita.
Le due ragazze si sono conosciute in Turchia, a Gaziantep, spinte dai venti del conflitto ad abbandonare il loro Paese insieme alle rispettive famiglie. Aisha e Amal frequentano i corsi di lingua inglese e turca organizzati da Caritas Turchia, ed è in questo luogo che le due siriane si sono scelte come amiche affidando l’una all’altra un vissuto fatto di dolore e desiderio.
Dolore. Aisha è la più grande delle sue sorelle, poco più che bambine. Sono arrivate a Gaziantep guidate dalla tenacia della madre Fatma che le ha portate lontano dalla guerra. Anche il padre si è affidato alla moglie come un bambino, afflitto da un male incurabile che lo ha strappato alla vita due anni dopo. Il suo papà si chiamava Hassan e il suo carattere è sempre stato docile, amabile. Aisha ricordava bene i suoi occhi, che negli ultimi tempi brillavano per lei di una gratitudine triste per aver rinunciato alla scuola e assolto il compito di babysitter alle due sorelline. Ora sono cresciute e frequentano con Aisha il doposcuola gestito dalla Caritas turca.
Amal, è originaria della grande Homs, la terza città in Siria per numero di abitanti dopo Damasco e Aleppo. I suoi fratelli sono morti sotto i colpi dei bombardamenti. Vive a Gaziantep con la famiglia da anni. Erano così poveri che Amal, da piccola, non si era mai potuta permettere il grembiulino per andare a scuola.
Nel torrido agosto scorso negli uffici di Caritas Turchia, dove i condizionatori servono a poco, suo padre stava parlando con una delle operatrici per portare a termine l’iscrizione ai corsi di inglese e turco che sarebbero iniziati a settembre. Amal ha notato vicino a lei, una ragazza della sua età con due bambine al suo fianco.
Desiderio. Aisha e Amal si guardano. Amal, mentre suo padre gesticola con l’operatrice turca, si avvicina e sussurra alla ragazza, “è da quando ho 6 anni che sogno di andare a scuola con una normale cartella di tessuto e dei quaderni veri, senza portare i libri nei sacchetti di plastica della spesa o scrivere sui fogli di carta che mio padre si fa regalare dalle cartolerie… Non sarebbe stupendo se questa volta fosse diverso, fosse tutto normale?”
Aisha ricambia lo sguardo di Amal, e le sorride. Da quel momento, raccontano le operatrici di Caritas Turchia, le due ragazze non si sono più separate e affrontano insieme la scuola, i compiti a casa, la vita in un Paese straniero, condividendo il comune destino di rifugiate. Anche i loro nomi, messi vicino hanno più senso di altri: Amal, speranza, Aisha, viva. Le due ragazze sono il sostegno l’una per l’altra, una viva speranza di pace nel futuro che verrà.