Progetto Fratelli, che crea ponti, dove si erigono muri
Ogni mattina, tra le 7 e le 7.30, un pulmino del Progetto Fratelli arriva davanti casa di Ayman, un bambino siriano di 4 anni. I suoi genitori e i suoi fratelli più grandi sono scappati dalla guerra in Siria e hanno trovato rifugio in Libano, più precisamente a Rmelieh, dove si trova il Progetto Fratelli, il Centro socio-educativo per bambini e giovani rifugiati e libanesi in condizione di vulnerabilità.
La casa di Ayman, come quella di molti altri siriani, è rimediata e fatiscente. Si trova su di una collina piena di serre agricole, coltivate dai siriani, che abitano non poco distante tra strade strette e sterrate, dove il pulmino scolastico a malapena riesce ad inerpicarsi.
Non c’è un tetto, ma un telo che copre le piccole stanze. È qui che vive Ayman vive con suo padre ed i suoi due fratelli maggiori. La madre non è più con loro. È venuta a mancare improvvisamente da pochi mesi, lasciando il piccolo Ayman nel più grande sconforto. Ogni mattina si sveglia cercando la mamma e si dispera non trovandola.
Il pulmino inizia a dare dei colpetti di clacson per avvertire della sua presenza, tra i singhiozzi Ayman si mette le scarpe ed esce accompagnato dal suo papà. Il piccolo non vuole andare via, ha paura di allontanarsi dalla sua famiglia.
Molti bambini che hanno vissuto traumi come la fuga dalla guerra e la perdita di un genitore, hanno paura del distacco.
Ayman sale a malincuore sul pulmino, dove ci sono altri bambini rifugiati che come lui, vivono nella zona in condizioni di estrema vulnerabilità. Alcuni, con il suo stesso umore, hanno gli occhi gonfi di pianto, altri, invece, cantano felici “Fra Fra Fratelli” e altre canzoni che hanno imparato al Centro. Questi ultimi non vedono l’ora di arrivare al Centro. Il pulmino finalmente arriva al Progetto Fratelli, gli educatori li accolgono e li accompagnano in classe. Il Centro ha degli spazi molto diversi da quelli nei quali vive Ayman. Ci sono grandi aree verdi per correre, parchi giochi con altalene e scivoli colorati, aule accoglienti piene di matite e quaderni per disegnare e imparare.
Ayman scende dal pulmino, riconosce la sua maestra che lo sta aspettando, si mette in fila dietro di lei, insieme ai suoi compagni di classe. Una volta arrivati in aula, cominciano le lezioni. Insieme agli altri bambini della sua età, Ayman frequenta il “pre-school program”, un programma che prevede lo svolgimento di attività propedeutiche all’apprendimento, intervallate da merende gustose, ricreazioni nel parco giochi e attività motorie nel bel prato verde. Piano piano, gli occhi di Ayman tornano luminosi e un sorriso si fa strada sul viso prima di lanciarsi a giocare con i suoi amichetti. Come lui anche gli altri bambini sono finalmente in luogo nel quale poter vivere la propria infanzia.
Anche i fratelli di Ayman frequentano il Centro. Sono più grandi e partecipano in altri programmi. Il Progetto Fratelli non si prende cura solo dei più piccoli, ma anche dei giovani adolescenti e delle mamme, con corsi di inglese, informatica ed avviamento professionale.
Il Centro di Rmelieh, frequentato da Ayman, e quello che si trova a Beirut, accolgono più di 600 bambini bambine e giovani dai 3 ai 15 anni provenienti dalla Siria e dall’Iraq insieme ai libanesi vulnerabili. Garantiscono l’istruzione a coloro che altrimenti non avrebbero accesso all’educazione formale, a causa anche dei problemi derivanti dalla lingua, diversa da quella materna, e dei traumi vissuti; aiutano coloro che frequentano il secondo turno istituito nelle scuole governative per rifugiati; preparano coloro che hanno i requisiti per l’ammissione nelle scuole pubbliche; offrono opportunità di apprendimento e sostengono i giovani uomini e donne e le madri, spesso sole.
Progetto Fratelli è educazione, opportunità, gioia e divertimento: Fratelli crea ponti, laddove sorgono muri.
Quando le attività di Fratelli finiscono, Ayman risale sul pulmino per tornare a casa. Ora è sereno. Ha passato la sua giornata imparando tra i banchi di scuola e giocando con i suoi compagni, in spazi ampi e protetti, invece che a casa da solo.
È pronto a tornare dalla sua famiglia e riconquistare, un po’ ogni giorno, la sua felicità di bambino.