Tunisia – Piccoli successi con Caritas per superare la durezza della pandemia dei prossimi mesi
di Federico Mazzarella, Caritas Italiana
Se è vero che il COVID – 19 non guarda in faccia nessuno senza distinguere età, ceto o nazionalità, è ormai chiaro che le conseguenze della pandemia nel mondo non sono uguali per tutti: il prezzo più alto, in termine di vite umane e danni economici, lo stanno pagando le fasce più indigenti dei popoli più poveri e, soprattutto, quelli nei paesi dai sistemi economici più fragili.
La terza ondata sta mettendo da settimane il sistema sanitario tunisino a serio rischio di tenuta: la diffusione della variante inglese[1] cresce a ritmi esponenziali e rende, ormai, impossibile la gestione delle terapie intensive così come dei reparti ordinari, invasi da migliaia di pazienti fin nei Pronto Soccorso[2], che, ad oggi, sono rispettivamente al 92% e 85% delle loro capacità[3]. Migliaia i nuovi casi ogni giorno, si registrano in oltre 10.000 i morti ufficiali[4] e 300.000 i contagiati[5], mentre i ritmi della campagna vaccinale faticano a tenere il passo con quelli del contagio. Complice un sistema sanitario debole e da troppo tempo sottofinanziato, ma anche una chiara sfiducia dei tunisini nelle potenzialità benefiche del vaccino ed una diffusa mancata osservanza delle norme di contenimento preventive.
Il personale sanitario è allo stremo: poco il materiale a disposizione negli ospedali, cronica la carenza di personale qualificato in fuga all’estero in cerca di salari dignitosi e molti i casi di mancato pagamento degli stipendi da mesi, nonostante gli sforzi profusi in corsia[6]. Dalla Rivoluzione dei Gelsomini ad oggi, il fenomeno della fuga dei talenti si è fatto impetuoso, ma gli ultimi tre anni, soprattutto nei mesi della pandemia, hanno visto una netta impennata di questa autentica calamità sociale: si presuppongono cifre che toccano il 60% dei medici dal 2018[7], dati che in emergenza sanitaria si commentano da soli. Anche l’atmosfera nella quale il personale lavora non aiuta da quando, nell’intento di contenere il diffondersi di informazioni false e le relative conseguenze sociali, l’indicazione governativa è quella di selezionare accuratamente le informazioni, in odore di censura[8].
Tuttavia, quello che desta le preoccupazioni peggiori è la situazione socio-economica alla vigilia della seconda stagione turistica che si preannuncia difficile, in un Paese che trae da questo settore il 16% del suo PIL[9]. Le misure di contenimento, sempre più astringenti, rendono difficile lo svolgimento di tutte le attività sociali e produttive, la disoccupazione è sempre più ampia e l’impatto sui redditi familiari pesante, che rende necessari sostegni governativi e d’origine volontaria persino per le necessità alimentari e sanitarie. Le tensioni sociali si moltiplicano e si inaspriscono, come le pesanti proteste svoltesi a gennaio 2021 dimostrano. Il decennale della Rivoluzione si è svolto in un clima di claustrofobia sociale e frustrazione collettiva, soprattutto nei quartieri più poveri della Capitale, Tunisi, rendendo necessario l’intervento anche armato della polizia.
Durante la crisi, le sfide per Caritas Tunisia sono state molte: i volontari hanno assicurato il servizio d’ascolto e distribuzione di generi di prima necessità in maniera continuativa. Senza dimenticare la profondità dei problemi e la loro ramificazione nell’immediato futuro, l’azione si è concentrata anche in ambiti di salute mentale, scolarizzazione, attività generatrici di reddito. Pochi infatti, in piena emergenza, considerano quanto a dura prova una crisi cosi prolungata possa mettere la tenuta della famiglia, sottoposta a pressioni economiche che degenerano in abbandono, degrado, violenza.
Le distribuzioni di disinfettanti e mascherine a centinaia di famiglie, oltre che quella di farmaci a malati cronici che da tempo non potevano riceverli, ha permesso di prendere contatto con realtà familiari in stato di profondo stress psicologico. Inoltre, la rete di medici volontari che sostiene gratuitamente l’opera della Caritas si è arricchita di molti contributi negli ultimi mesi.
Numerose le donne abbandonate o disoccupate assistite nell’apertura e l’avvio d’attività generatrici di reddito come, ad esempio, pasticceria, taglio e cucito o piccolo artigiano e commercio. La Direttrice di Caritas Tunisia Speciosa Mukagatare ci rivela che: ‘’è straordinario come l’aiuto economico anche ad un solo membro della famiglia permetta spesso di innescare percorsi virtuosi e invertire dinaniche distruttive in corso: è il caso di Amal, che dopo l’apertura della sua piccola pasticceria nel suo quartiere di Mellassine – il più povero di Tunisi – ha potuto far smettere di lavorare Mariam, la figlia quattordicenne che da quasi un anno non frequentava più la scuola.’’ Soprattutto l’intervento trasversale per la famiglia aumenta la fiducia delle donne in loro stesse, come la stessa Amal ci conferma: “Sto ricevendo anche ordini di grandi dimensioni: non sono neanche sicura di poterlo fare, ma a poco a poco e con perseveranza andrà bene!’.
L’investimento umano di più lunga durata al quale Caritas si è dedicata in questi difficili mesi è quello del sostegno alle formazioni di bambini e adolescenti: dopo un anno e mezzo di percorsi scolastici spezzati e vittime d’ogni genere di perturbazione – con una DAD al di fuori della portata dei più – giovani migranti e tunisini stanno concludendo percorsi formativi più o meno lunghi e, in particolare, riescono ad eseguire un periodo d’apprendistato dopo il training teorico, unica porta d’ingresso per un impiego duraturo.
Gocce nel mare, ma è da questi piccoli successi che le persone trarranno parte della forza necessaria per affrontare i prossimi mesi che si preannunciano molto duri per la Tunisia.
[1] Tunisia Runs Out of ICU Beds as COVID-19 Variant Spreads
[2] COVID: Tunisia sees record-high hospitalisations
[3] Covid, in Tunisia terapie intensive piene: scoperta nuova variante
[5] Covid, in Tunisia terapie intensive piene: scoperta nuova variante
[6] L’esodo dei medici dalla Tunisia-il-settore-sanitario-rischia-il-collasso
[7] L’esodo dei medici dalla Tunisia-il-settore-sanitario-rischia-il-collasso
[8] Tunisia: Rescind ministerial order censoring health workers over Covid-19
[9] Tunisia – Contribution of travel and tourism to GDP as a share of GDP