LA PACE VA OLTRE
Libano – Scuola S.te Anne Beirut
Roma, 12 settembre 2022
PER CHI SUONA LA CAMPANELLA DEL PRIMO GIORNO DI SCUOLA? PER MOLTI, MA NON PER TUTTI. SONO ANCORA MOLTI MINORI DEL MEDIO ORIENTE CHE NON ENTRERANNO IN UN’AULA SCOLASTICA.
Il 12 settembre per la gran parte degli oltre 7 milioni di studenti in Italia suonerà la campanella dell’inizio di un nuovo anno scolastico.
Una campanella che non squillerà per i 244 milioni di bambini in tutto il mondo, un sesto della popolazione totale in età scolare, che già prima della pandemia non avevano l’accesso all’istruzione. Numero in crescita già lo scorso anno di almeno altri 10-16 milioni; una conseguenza diretta della crisi economica di molti paesi provocata dal Covid-19. Molti di loro sono stati costretti a lavorare o a contrarre, nel caso delle bambine, matrimoni precoci.
In società pervase dalle disuguaglianze sempre più profonde la scuola è una sorta di termometro sociale rispetto allo stato di salute di un Paese, sono proprio le istituzioni scolastiche e la scolarizzazione che per prime sono colpite nelle situazioni di crisi. È quanto accade in due dei Paesi interessanti dalla Campagna “La pace va oltre. Sostieni la speranza” di Caritas Italiana e Focsiv: il Libano e la Siria.
La Terra dei Cedri è schiacciata da un tracollo economico di proporzioni gigantesche che ha impoverito nel giro di pochi anni circa 4 milioni di persone, molte delle quali sono costrette a scegliere ogni giorno, a causa delle poche economie domestiche, se dar da mangiare ai propri figli oppure mandarli a scuola. In un sistema educativo libanese che era già debole prima della pandemia e della grave crisi economica, quando solo il 52% dei bambini della scuola primaria aveva la certezza di frequentare anche la scuola secondaria, il Covid ha aggravato la situazione, in particolare per i minori rifugiati che hanno un accesso limitato sia all’istruzione formale che all’apprendimento online.
D’altro canto, in Siria la situazione continua a essere più che drammatica: 11 anni di una guerra ancora lontana dalla fine, un popolo in diaspora all’interno e all’esterno del Paese, con oltre 14,6 milioni di persone che necessitano di aiuti umanitari, sono quasi 2,5 milioni i bambini che non hanno il diritto all’istruzione.
Il diritto ad almeno una forma di scolarizzazione gratuita di base è riconosciuto all’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e indicato dall’Obiettivo 4 degli SDGs di Agenda 2030: garantire a tutti un’educazione di qualità, equa e inclusiva. L’accesso ai cicli scolastici non è soltanto funzionale all’apprendimento, all’acquisizione della conoscenza e alla crescita delle proprie competenze, che consentono al singolo di affrontare la vita quotidiana in modo attivo e consapevole, ma, soprattutto, gli permettono di diventare protagonista della costruzione del futuro della società di un Paese.
Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti ci richiama: “è solo costruendo un ‘noi più grande’ che comprendiamo veramente chi siamo, e possiamo realmente contribuire alla costruzione del Bene comune ed una vita più piena, nel nostro Paese come nelle terre martoriate del Medio Oriente e in tutto il Pianeta”. E la scuola è davvero il primo passo di questo lungo e difficile percorso.
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