UGANDA – Un salvadanaio di villaggio può cambiare la vita di una comunità.
di Elisabetta Paraboschi – Africa Mission Cooperazione e Sviluppo
“A volte per cambiare in meglio basta un salvadanaio di villaggio.”
Agnes Nakalei ha 25 anni, tre bambini dai 3 ai 10 anni, una madre malata: vive con loro nel piccolo villaggio di Nakaalimon, nel distretto di Moroto in Uganda, da quando il marito se ne è andato.
Lucy Nakiru, invece, di anni ne ha 48, è madre di quattro figli che abitano con lei in una capanna del villaggio di Lokeru nel distretto di Napak.
Agnes e Lucy sono due degli oltre 2500 persone che beneficiano dei buoni esiti dI “Nutrire di cibo e di conoscenze le comunità dei distretti di Moroto e Napak” che Africa Mission Cooperazione e Sviluppo porta avanti da tre anni con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo e la collaborazione di CUAMM Medici per l’Africa, Università Cattolica di Piacenza, Informatici senza frontiere e Meyer University Hospital Company.
L’obiettivo è di formare, con il coinvolgimento di 85 “agricoltori modello” (model farmer), altrettanti gruppi agricoli comunitari: la formazione riguarda le tecniche agricole e zootecniche, i principi base del micro-credito e del risparmio grazie all’adozione dei “salvadanai di villaggio”, la creazione di pesticidi naturali e l’adozione di buone pratiche igienico-sanitarie e nutrizionali.
“Negli anni scorsi nascondevo i soldi che guadagnavo nella capanna, ma il rischio che sparissero o venissero mangiati dai topi era alto – spiega Lucy – grazie al salvadanaio del villaggio tutti possiamo tenere i nostri risparmi al sicuro e chiedere dei prestiti al gruppo, registrandoli. Con il prestito che ho chiesto, ho potuto comprare sale, riso e carne per la mia famiglia. Sono riuscita anche a coltivare più terreno, ricavando 8 quintali di mais che ho venduto per comprare mettere in produzione un po’ di terra anche per mia figlia. Non avevo mai pensato di poterlo fare e questi risultati mi danno coraggio.”
“Grazie a questo progetto ho capito che se tutti danno un contributo, anche piccolo, i benefici sono grandi – le fa eco Agnes – le verdure che ho imparato a coltivare le vendo al mercato di Moroto: una parte del guadagno mi serve per comprare da mangiare ai miei figli, una parte per acquistare il mais necessario a produrre la birra da rivendere e, infine, una parte la metto nel salvadanaio di villaggio. Se lavoriamo e affrontiamo assieme le difficoltà, i risultati ci sono. Bisogna solo di lavorare tanto, come gruppo, prendendosi cura del progetto e della terra. Se rimani seduto non raccoglierai mai niente, ma se pianti dei semi e te ne prendi cura, insieme, vedrai la vita.”